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Sezione Articoli
Titolo Franti + Gronge
Rivista 20:30 Una rivista nel buio - mensile della notte [n.25 - luglio 1988]
Autore Federico Fiume [intervista raccolta da]
Contenuto Torino, 29 Aprile 1988, il giorno. HIROSHIMA MON AMOUR, il posto.

L'incontro in una sottozona mentale chiamata desiderio. Abbiamo aspettato due lunghi anni per uscire dai fogli delle lettere, mittenti e destinatari uno di fronte all'altro. Gronge e Franti due gruppi musicali non convenzionali, in comune la stessa merda da toccare, da mangiare da respirare. Stefano & Lalli, rispettivamente il sax e la voce più vibranti che l'orecchio umano possa sopportare, sono due persone apparentemente tranquille. Lalli in special modo, così introversa da sfiorare la timidezza; ma questi sono fatti personali, di chi ha sufficiente coraggio per affrontare centinaia e centinaia di chilometri esclusivamente per verificare se il proprio desiderio ha una coda e quindi cercare di afferrarla. Questo per quanto concerne il dovere emotivo, ma passiamo al diritto di cronaca.


Gronge: Perché avete chiuso Franti?
Stefano: Per problemi di comune incompatibilità. Si, opinioni contrastanti sul modo di continuare, dubbi, difficoltà, materiali. Non è che abbiamo mai passato troppo tempo in sala prove, ma meno di una volta la settimana diventava tutto impossibile.

Gronge: Franti da dieci anni oramai rappresentava comunque con la sua attività musicale e soprattutto distributiva un sicuro punto di riferimento per chiunque si addentrava nell'oscuro mondo del Made Himself. Non credi sia stato uno sbaglio abbandonare il progetto anche se solo nominalmente?
Stefano: Si, indubbiamente chiudere Franti ed uscire dalla Blu Bus (etichetta e distribuzione ancora esistente gestita dai Kina di Aosta) ha avuto per noi il sapore di una sconfitta anche se immediatamente sono partiti due progetti: uno, quello musicale, chiamato Environs, con già all'attivo un 45 giri e l'altro come distributori con qualche piccola produzione.

Gronge: Credo di poter affermare, senza tema di smentita, che in questo momento, e forse in assoluto, Franti sia la vetta più alta della dimostrazione concreta di come sfuggire al business e ai relativi atteggiamenti riuscendo comunque ad esaurire i propri prodotti in brevissimo tempo demotape, ellepì, ultimamente addirittura un cofanetto contenente tutta la produzione, assolutamente volatilizzati nel giro di poche settimane. Volevo chiederti se ad esempio 300 copie del cofanetto le ritieni una mossa azzeccata, oppure un gesto che rischia di arricchire solamente la schiera di collezionisti?
Stefano : A parte che il cofanetto contiene quattro copie che portano il totale a milleduecento, siamo comunque arrivati là dove arrivavano le nostre finanze. Vedi, noi siamo e non ci siamo mai sentiti musicisti nel vero senso del termine, i nostri frammenti sonori sono sempre stati proiettati nella scena sociale come elementi di una socialità da ritrovare, come urla di protesta, e nei limiti del possibile come collante politico di gente che non accettando lo stato delle cose cerca di sovvertirlo, finchè ne ha le forze.

Gronge: La sensazione che il tempo è dentro di noi, INTOCCABILE e IMMUTABILE, trasforma gli eventi in quello che viene comunemente definito bagaglio d'esperienze, e naturalmente ognuno ha il suo…
Stefano: C'è gente che ancora gioca sull'ambiguità politica, che della provocazione fine a se stessa fa un motivo per emergere, io personalmente non rinnego niente anche se magari certe scelte vanno sicuramente riviste. Il fatto stesso di essere segnati alla SIAE non sono più assolutamente certo che lo escluderei, sempre fermo restando che l'affermazione "questo pezzo è mio" mi fa ridere. E rido.

Gronge: Centinaia di lettere e telefonate e poi ancora lettere e telefonate.
Stefano: Si, quasi una situazione insostenibile e l'aspetto negativo di tutto questo è che la maggior parte dei gruppi che ci contattavano o non avevano niente da dire oppure erano stati rifiutati dagli indipendenti di lusso. Una volta addirittura ci telefonò un gruppo di ragazzini che non avevano neanche un pezzo e volevano essere prodotti. Oggi tutti credono che incidere produrre e distribuire sia una stronzata perché i giornali abbondano di questi termini, io ricordo di aver passato diversi anni in cantina prima di acquistare la consapevolezza di voler uscire. Non voglio fare la menata del vecchio rincoglionito ma credo che prima di affrontare il deserto ti devi un minimo assicurare che le borracce non perdano.

OGNI TANTO MI CADE UN OGGETTO DALLE MANI GUARDO IN TERRA MA POI DIMENTICO QUELLO CHE E' CADUTO… FORSE SOLO UN PEZZETTINO DI MEMORIA.

Abbiamo solo parlato di noi stessi con noi stessi, scusate.