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Gronge
- I romani Gronge hanno sempre avuto ben poco in comune con il rock convenzionalmente
inteso, come attestano il loro approccio anarchico e iconoclasta, l'idea
di "gruppo" come struttura aperta ai contributi di altri musicisti e performer,
l'amore per la multimedialità, la tendenza a rimettere in discussione
se stessi e il proprio stile, i testi abrasivi e surreali. Non c'è dunque
da stupirsi se la loro carriera, iniziata nel 1985 con il nastro "Classe
differenziale"
e costellata di modifiche di organico attorno al nucleo Bedini/Denni/Lo
Conte, costituisca una decisa reazione, in termini di coraggio, fantasia
e colpi di scena, alla dominante staticità del panorama indipendente italiano.
Artefici di un sound assai suggestivo e imprevedibile, scaturito dall'amalgama
di elementi che spaziano dalla new wave al rumorismo abbracciando punk,
jazz e folk, i Gronge hanno per lungo tempo scelto la via dell'autoproduzione
e della propaganda militante, producendo tre lavori di notevole bellezza
e dedicandosi a una intensa attività concertistica anche al di fuori dei
confini nazionali. Con l'ingresso di Paolo Taballione (ex Carillon del
dolore, Christian Death e Fando&Lis), che si accompagnato all'uscita di
tre brani sulla raccolta "La
nave dei folli"
(Amen Prod. 1988), l'ensemble ha invece accentuato la cura degli aspetti
tecnici e formali, senza peraltro rinnegare le strategie originarie e
spingendosi anzi verso le soluzioni ancor più estreme di "A
Claudio Villa (Original Sound)",
purtroppo diffuso sul mercato due anni dopo la registrazione. In tempi
più recenti il gruppo ha inciso un album (mai dato alle stampe) incentrato
sul problema del potere seduttivo della TV, e ha offerto un brillante
e personalissimo esempio di crossover tra rock e rap nel geniale mix "Vota
Gronge".
Il capolavoro è comunque arrivato con "Teknopunkabaret",
che ha sancito il ritorno all'autoproduzione. |