Storia | Articoli | Immagini | Discografia | Video | Progetti collaterali
. .
Sezione Articoli
Titolo Nuovo rock italiano e oltre
Rivista Rock '80 - Enciclopedia del rock italiano [Arcana editrice, 1993]
Autore Federico Guglielmi
Contenuto Gronge - I romani Gronge hanno sempre avuto ben poco in comune con il rock convenzionalmente inteso, come attestano il loro approccio anarchico e iconoclasta, l'idea di "gruppo" come struttura aperta ai contributi di altri musicisti e performer, l'amore per la multimedialità, la tendenza a rimettere in discussione se stessi e il proprio stile, i testi abrasivi e surreali. Non c'è dunque da stupirsi se la loro carriera, iniziata nel 1985 con il nastro "Classe differenziale" e costellata di modifiche di organico attorno al nucleo Bedini/Denni/Lo Conte, costituisca una decisa reazione, in termini di coraggio, fantasia e colpi di scena, alla dominante staticità del panorama indipendente italiano. Artefici di un sound assai suggestivo e imprevedibile, scaturito dall'amalgama di elementi che spaziano dalla new wave al rumorismo abbracciando punk, jazz e folk, i Gronge hanno per lungo tempo scelto la via dell'autoproduzione e della propaganda militante, producendo tre lavori di notevole bellezza e dedicandosi a una intensa attività concertistica anche al di fuori dei confini nazionali. Con l'ingresso di Paolo Taballione (ex Carillon del dolore, Christian Death e Fando&Lis), che si accompagnato all'uscita di tre brani sulla raccolta "La nave dei folli" (Amen Prod. 1988), l'ensemble ha invece accentuato la cura degli aspetti tecnici e formali, senza peraltro rinnegare le strategie originarie e spingendosi anzi verso le soluzioni ancor più estreme di "A Claudio Villa (Original Sound)", purtroppo diffuso sul mercato due anni dopo la registrazione. In tempi più recenti il gruppo ha inciso un album (mai dato alle stampe) incentrato sul problema del potere seduttivo della TV, e ha offerto un brillante e personalissimo esempio di crossover tra rock e rap nel geniale mix "Vota Gronge". Il capolavoro è comunque arrivato con "Teknopunkabaret", che ha sancito il ritorno all'autoproduzione.